Questa guida appare nel newsgroup it.sport.atletica all’interno di una guida più ampia che riguarda la scelta delle scarpe da running in toto redatta dal capitano Gert; il sottoscritto ha curato questa particolare sezione. è probabile che questo post venga in futuro arricchito, completato o corretto grazie alla mia esperienza o grazie ai vostri sempre ben accetti commenti. in coda sarà possibile sincerarsi dell’ultima modifica avvenutaLa stabilità della scarpa è il primo criterio di scelta, e quindi è elemento fondamentale, nei modelli specifici per il trail running: infatti, la varietà del fondo non permette un appoggio regolare e il piede, nel complesso, è sottoposto a carichi di vario tipo e direzione. Proprio la qualità e la quantità degli inserti per regolarne la stabilità coprono il ventaglio di scarpe da trail disponibili sul mercato.
I modelli più leggeri, utilizzabili su fondi non molto tecnici o dagli atleti più veloci o su tracciati brevi (dove comunque per il ritmo di corsa la frazione di tempo di contatto al suolo è ridotta), hanno spesso un inserto antipronazione oltre allo scafo di contenimento della caviglia, non differenziandosi di molto (se non per la scolpitura della suola) dai modelli A4 per la corsa su strada. La stabilità acquista, via via, più importanza sui modelli disegnati per distanze più lunghe, interessando, non soltanto la parte posteriore e interna del piede, ma anche lateralmente e perfino l’avampiede (congiuntamente al sistema di allacciatura).
Taluni modelli possiedono puntali in gomma rigida, o altra materia plastica poco deformabile, per alleviare gli impatti con rocce o sassi.
Anche la traspirazione riveste un ruolo significativo in quanto, specie in gare lunghe, la scarpa deve permettere sia l’evacuazione rapida del sudore sia il drenaggio dell’umidità accumulata transitando su terreni bagnati. Esistono parecchi modelli equipaggiati con la tomaia in materiali traspiranti, ma impermeabili, quali il goretex, o similari: si tratta di un indubbio
vantaggio perché in condizioni di elevata umidità ambientale riescono a mantenere il piede asciutto.
La scolpitura della suola è un altro elemento significativo soprattutto in casi di fondo poco stabile e poco compatto. La disposizione dei tasselli di solito è atta ad elevare l’attrito in discesa nell’impatto della zona tallonare e in maniera opposta nella zona dell’avampiede per permettere una maggiore presa, e successiva spinta, durante le salite più ripide. Tassellature più o meno accentuate o “arpionanti” possono meglio figurare su tipologie diverse di terreno. Lo stesso dicasi per la mescola della suola: una tipologia più morbida può essere preferita su terreni più duri dove possa meglio aderire.
Tutti i modelli da trail dispongono di un elevato sistema ammortizzante e di protezione dall’impatto al suolo. Il peso dell’atleta o varie patologie esistenti possono influire sulla scelta. Come regola generale, comunque, l’ammortizzazione può rivestire una fattore secondario rispetto alla stabilità; il terreno, infatti, dove non sia roccioso, è in grado di assorbire una parte,più o meno significativa, degli urti da impatto del piede. Quasi su tutti i modelli e le case di produzione utilizzano comunque inserti ammortizzanti quali cuscinetti di aria o di mescole dall’alto assorbimento delle energie da impatto.
L’allacciatura è, infine, importante perché rende solidale il piede con la scarpa in uno sport in cui è necessario “sentire” l’appoggio, l’attrito del
fondo e l’equilibrio: in una parola la stabilità. Inoltre un serraggio perfetto impedisce slittamenti del piede all’interno della scarpa evitando fastidiose vesciche.
Sistemi di allacciatura rapidi possono migliorare e velocizzare cambi di calze o pulizia di detriti accumulati dopo molte ore di corsa e quindi dapreferire in ottica ultra.
Vari modelli ibridi di scarpe possono essere confusi con quelle da trail, come scarpe da trekking leggero o hiking o nordic walking. Oltre a farsi consigliare, in generale, da un esperto si potrebbe notare che una scarpa da trail ha una suola meno rigida rispetto a quelle studiate per le camminate. La struttura che comprende suola e intersuola deve permettere la
naturale torsione del piede durante la corsa.
Un ultimo sguardo alla leggerezza della scarpa: sebbene esistano modelli estremamente leggeri (adatti comunque a trail-sky race brevi o atleti di consumata abilità) va detto che non è necessario perseguire la leggerezza a tutti i costi rinunciando, magari, in ordine di importanza, a stabilità, protezione, ammortizzazione o grip. Il trail running spesso richiede la corsa con zaini dal peso nell’ordine di qualche chilo e prevede ampi tratti di marcia vanificando l’influenza del peso delle scarpe.
Attenzione alla misura in fase di acquisto: compratele della misura leggermente più grande (almeno mezzo numero fino, addirittura, ad una misura), questo può prevenenire fastidiosissime rotture delle unghie nelle discese, fidatevi!
In commercio, concludendo, la scelta è ampia e varia: è bene, perciò, che si valuti a fondo quale sia il modello più idoneo a soddisfare i bisogni personali. Si va, infatti, da modelli ibridi adatti a sentieri facili, collinari e con sezioni anche in asfalto fino a modelli appositamente concepiti per particolari terreni o gare (brevi o lunghe distanze, sentieri accidentati o di alta montagna, irregolarità o predominanza di rocce lisce o, infine, tratti con corsi d’acqua, neve, ghiaccio o fango).
Chiudo, davvero, con un ultimo consiglio: una scarpa da trail, quanto più tecnica, richiede adattamento specie se abituati nel corso degli anni alle classiche scarpe da running.
attendo critiche e consigli…
A contorno aggiungo un post sullo stesso argomento e scritto qualche tempo dopo.